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Con la descrizione delle funzioni fatte in quella circostanza in questa città Livorno
Editrice L'Informazione/Nuova Fortezza
Data di pubblicazione: luglio 1999
Introduzione di Vasco Lucarelli
Pagine: 110
Formato: 12x18
isbn 88-87313-15-6
Bisognerà arrivare all'anno 1943, a distanza di due secoli esatti, per ritrovare tutto il terrore, il panico di una città che si trova di fronte all'orrore di un evento improvviso e disastroso. Se nel 1943 i morti furono più di tremila, nel 1742 furono soltanto tre e ciò grazie agli eventi premonitori che anticiparono il fenomeno sismico. Ci troviamo, in questa cronaca inedita, di fronte ad una narrazione avvincente, mozzafiato, che presenta una progressione di avvenimenti sempre più incalzanti.
Da essa emergono episodi di costume, di solidarietà, di umanità, di personaggi, di ambiente che ricostruiscono un'epoca distante da noi oltre un quarto di millennio. Si scopre allora che il tutto ebbe inizio il 16 di "Gennaro" per terminare l'11 di "Febbraro", di Domenica allorché "si viddero questa mattina sotto la Loggia del Duomo due Altari eretti di fianco alla porta maggiore, e quivi per comodo del Popolo vi si celebrava la S. Messa, essendo concorso in questa Città molti forestieri.... ".
Si ha poi la "Promessa, coll'unanime concorso del Clero Secolare, e Regolare, di perpetuo solenne Voto in nome di tutti, presenti e futuri di questa Città e Popolo di Livorno, e suo Capitanato Vecchio, all'Onnipotente Iddio, all'Augustissima Trinità, e in onor Vostro Madre Santissima... ". La paura fu grande, anzi grandissima, se perfino le associazioni laiche parteciparono alle processioni a piedi scalzi, facendo anch'esse solenne voto a "digiunare e ad astenersi dal far maschere, balli, sì pubblici, che privati, e da qualunque sorta di Carnevalesco divertimento..."
Promessa regolarmente non mantenuta. Come si dice: "Passata la festa, gabbato lo Santo".
Ad eccezione della consegna annuale delle dieci libbra di cera, che ancor oggi, il Comune di Livorno, nella ricorrenza del terribile periodo, continua a far pervenire al Santuario di Montenero.
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