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Cento anni A Livorno i Salesiani dopo Lucca e Collesalvetti
Vendutodi Antonio Miscio
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di Antonio Miscio
editore: Editrice Nuova Fortezza
data di pubblicazione: marzo 1998
formato: 17x24
pagine: 568 ampiamente illustrato
isbn: 88-900252-0-4
note: copia autografata dall'autore
condizioni: ottime
"Livorno è una città che lascia, come poche altre, il segno. Ultima fra le città toscane, essa da tutte si stacca per un suo carattere di avventatezza e di impeto, tanto nel campo pratico quanto nel campo ideale, e per una certa sua foga di buttarsi allo sbaraglio. Questa foga, questa tendenza all'arrisicatura, è un po' come un'aura che circonda nella città tirrena uomini e cose". Così Aldo Santini in "Livorno ammiraglia". E allo sbaraglio si potrebbe dire che Don Bosco manda i suoi Salesiani prima a Lucca nel 1878, poi a Collesalvetti nel 1893, finalmente a Livorno nel 1898. Ma sono uomini molto tenaci e molto concreti, Don Giovanni Marenco, Don Virgilio Raschio, Don Tommaso Masera, i primi protagonisti di queste imprese, lavoratori instancabili, che vengono con la loro sodezza di carattere a far leva sulla estrosità dei Livornesi e ad amalgamarsi con essi in modo ricco di entusiasmo, mettendo a frutto insieme per opere significative di apostolato, soprattutto giovanile, gli uni la laboriosità e la straordinaria perseveranza, gli altri la vivacità, il buon cuore e la simpatia. Nei primi venti anni a Livorno spiccano, oltre a Don Raschio e Don Masera, altre due figure di grande rilievo, madre Luigina Cucchietti, fondatrice dell'Istituto di Santo Spirito e di Torretta prima ancora, nel 1899, e Tommaso Paté, un originale e molto positivo inglese livornese, benefattore insigne delle opere religiose di Livorno. E via via nei cento anni tutta una folla di personaggi dal carattere vario e inconfondibile emerge dalle pagine; da non dimenticare Mons. Mario Marcucci, vicario generale della Diocesi con Mons. Giovanni Piccioni, vero nume tutelare della presenza salesiana a Livorno.
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